Questo sito web utilizza i cookie al fine di migliorarne la fruibilità. Continuando ad usufruire di questo sito, l'utente acconsente ed accetta l'uso dei cookie.
Per maggiori informazioni consulta la nostra Cookie Policy.

Da Guado la Melfa al M.Miletto (2050 m) per la valle del Fondacone

Categoria
Escursionismo
Data
Domenica 22 Ottobre
File Allegato

CAI Avellino - Monti del Matese - A

Direttori:

  • Massimo Iasi - 333.2786355 (su whatsapp)

– Difficoltà: EE

– Dislivello: 1200 m.

– Durata: 6 ore più le soste

– Distanza: 14,5 Km

 Scarica traccia gpx

Logistica

APPUNTAMENTI:
parcheggio nei pressi del liceo scientifico De Capraris – Via Vittorio De Caprariis, 1, 83042 Atripalda AV partenza alle ore 7:00

Luogo di Partenza: loc. Guado la Melfa nel comune di Roccamandolfi (IS)

Spostamenti in auto proprie.

Attrezzatura consigliata

scarponi da trekking adatti a percorsi accidentati e su roccia; zaino; borraccia; lampada frontale e caschetto e bastoncini consigliati.

Note descrittive

L’itinerario proposto attraversa e risale il versante Nord del gruppo del Matese, in uno degli angoli più selvaggi e caratteristici.
Il rientro è ad anello per il Monte Miletto e Colle Tamburo.
A poca distanza in linea d’aria da Campitello Matese, ma in zona isolata e poco frequentata, sul versante Nord del Matese, vi sono alcuni circhi glaciali, residui probabilmente dell’ultima glaciazione, che attraverseremo su sentieri appena tracciati e in alcuni punti con notevole esposizione.
Arrivati per strada asfaltata dal paese di Roccamandolfi, al rifugio Guado La Melfa a circa 1.300m di altitudine, proseguiremo con le auto per circa 1 km su strada forestale fino ad un pianoro con fontanile dove lasceremo le auto.
Si imbocca sulla destra una strada forestale che si segue fino ad un pianoro con stazzo. Dallo stazzo il percorso diviene meno evidente e tracciato e sale in pendenza fino ad una spalla da cui si inizia a attraversare verso est fino ad arrivare sotto alcune alte pareti rocciose, resti del primo circo glaciale.
Il sentiero prosegue più o meno a mezza costa fino ad arrivare ad un valico da cui ci si affaccia sulla Valle del Fondacone.
La valle del Fondacone , resto sicuramente di una glaciazione, è divisa in due longitudinalmente dai Campanarielli, due guglie collegate tra di loro da un esile e strettissimo valico: il Campanariello di Valle ed il Campanariello di Monte. Queste guglie, che possono essere ascese con attenzione con alcuni passaggi di II e III grado, sono formazioni rocciose che richiamano la forma di campane rocciose.
La Valle del Fondacone era sede di una valle glaciale che scende dalla vetta del Miletto. Il suoi ramo più stretto (lo scaricaturo) conserva la neve fino in estate ed era usata dalla gente di Roccamandolfi come neviera. L’esposizione Nord fa si che la neve si mantenga su questo versante per lungo tempo.
Attraversata la Valle, si risale sul versante opposto con esile traccia in ascesa su erto pendio erboso collegandosi poi ad un sistema di cenge che consente di attraversare il versante nord-est. La traccia è esposta e stretta a precipizio su valloni che precipitano per centinaia di metri. Occorre prestare la massima attenzione nel procedere. Ogni possibilità di sicura è preclusa ed il terreno è instabile.
Completato il traverso, la traccia inizia a salire per ampi pendii erbosi fino ad uno stazzo da cui si prende la traccia verso il Monte Miletto (m 2050) seguendo i tralicci di una antica teleferica.
Arrivati in vetta si farà sosta per riposarsi e rifocillarsi.
Il riorno sarà sul versante Ovest verso Forca di Cane e Colle Tamburo, per traccia esile e talvolta assente.
La discesa e continua e faticosa fino al primo stazzo incontrato nella salita da cui con breve percorso sulla strada forestale dell’inizio si farà ritorno al fontanile dove sono state lasciate le auto.

AVVERTEZE

L’escursione è classificata EE e comporta, oltre il dislivello, la necessità di muoversi su cenge esposte e su terremo malfermo (ghiaino frammisto a terra ed erba) e necessita di passo sicuro ed assenza di vertigini.
L’escursione comporta un certo grado di rischio che è ineliminabile: le possibilità di assicurazione sui traversi sono minime ed una scivolata potrebbe risultare fatale essendo in esposizione su cenge. Si richiede quindi un comportamento responsabile e consapevole delle proprie capacità.

L’accompagnatore si impegna a fornire indicazioni ma non può essere ritenuto responsabile della condotta dei singoli partecipanti.
I partecipanti riconoscono di partecipare all’escursione a proprio rischio e accettano di non perseguire l’accompagnatore o l’organizzazione per eventuali incidenti o lesioni durante l’escursione.

L'escursione sarà tenuta solo con condizioni di tempo stabile: un eventuale temporale renderebbe difficile gli attraversamenti ed esporrebbe tenuto conto della quota al rischio di fulmini.  

Note

Obbligo della prenotazione ai Direttori di Escursione.
I non soci del Club Alpino Italiano (CAI) devono munirsi di Assicurazione entro le ore 20:30 del venerdì precedente l'escursione recandosi nella sede del CAI Avellino o chiamando al Nr Tel. 3274022250. Per tutto quanto non qui specificatamente indicato si richiama l'osservanza delle Norme e Regolamento di escursione del CAI Avellino pubblicate al seguente Link:
http://www.caiavellino.it/index.php/escursionismo

 

 
 

Altre date

Date: Domenica 22 Ottobre